Castelbuono: la culla dei Ventimiglia
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L’abitato sorge a circa 423 m s.l.m., sulle pendici del colle Milocca:
- tra i centri di Pollina a nord;
- San Mauro ad est;
- Geraci Siculo a sud-est;
- il massiccio delle Madonie a sud;
- Isnello e Gibilmanna ad ovest.
Inoltre, fa parte del Parco delle Madonie. Il paese deve le sue origini ai Ventimiglia, Signori della Contea di Geraci.
Proprio nel 1316, Francesco I dei Ventimiglia, vi costruì un castello cui si affiancava la residenza dei Ventimiglia stessi, utilizzando la struttura che già dominava Ypsigro, un piccolo casale che intorno al 1282 contava all’incirca 300 abitanti.
La sua costruzione permise alla piccola comunità di crescere ed espandersi, fino al punto che nel 1454 Giovanni I decise di trasferirvisi insieme alla sua corte, permettendo a Castelbuono di divenire, così, il centro più vivace e movimentato nel vasto patrimonio dei Ventimiglia. Giovanni, durante il suo trasferimento, decise di portare il simbolo più importante del valore della famiglia dei Ventimiglia, ovvero la sacra Reliquia del teschio di Sant’ Anna. Essa fu poi donata a Guglielmo dal Duca di Lorena.
Il Castello e la reliquia di Sant’Anna
Insieme, il Castello e Sant’Anna, la quale diviene patrona del paese, saranno due perni di moltissimi avvenimenti di Castelbuono. Già durante il XV secolo, la corte decise di accogliere moltissimi artisti e letterati di culture diverse ma soprattutto di notevole prestigio.
Fra i più famosi, vi è F. Laurana, il quale lavorò al Mausoleo dei Ventimiglia. In questo periodo, inoltre, sia all’interno delle mura che fuori, sorsero conventi, parrocchie, il tutto con l’intervento di mastri lombardi e toscani. Quest’ultimi curarono soprattutto l’espansione urbanistica dell’abitato di Castelbuono che, da città di tipo feudale passò definitivamente attorno al XVI secolo ad assumere importanti caratteristiche di città di tipo capitale. Risulta molto vivace e fondamentale la vita culturale dell’abitato.
Senza dubbio furono i Serpotta che, lavorando alla cappella di S. Anna, diedero un contributo molto importante per l’evoluzione del piano urbanistico della città. Inoltre, il castello negli anni venne diverse volte ristrutturato, e i Ventimiglia, come prova del loro amore verso la cultura e le arti, decisero di donare alla città un teatro. Proprio in quegli anni, furono attive moltissime accademie letterarie, e fra le figure di spicco risalta sicuramente quella di Torquato Tasso, il quale fu anche artista di corte.
Negli ultimi decenni del Settecento, però, questo clima di evoluzioni e di produzione, cominciò lentamente a modificarsi e, addirittura, ad arrestarsi, per giungere fino agli scenari del secolo Ottocento. Tal periodo fu segnato dalla scomparsa della grande nobiltà. Così Castelbuono sperimentò la presenza di altre famiglia che, negli anni a venire, ne tennero tuttavia alto il prestigio.
Infine, nel biennio 1818-1820 diverse scosse sismiche danneggiarono pesantemente il Castello. Difatti la Matrice Nuova perse i propri campanili e la cupola, e si stabilì addirittura la demolizione dell’ultimo piano del Castello. Intorno ai primi anni del Novecento, il Comune acquistò il Castello e, con esso, la Reliquia del teschio di Sant’Anna.